Cowork: condividere l'ufficio e lavorare insieme. Rivoluzione nel lavoro

 

coworkin

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Il “coworking” è una realtà che si sta diffondendo sempre più, specie in periodi di malessere economico generale come quello che si sta attraversando. Si tratta di una cooperazione lavorativa atta a risolvere problemi di budget per attrezzature, strumenti e tutto ciò che è necessario per svolgere il proprio lavoro, qualunque esso sia.

Il cowork, neologismo che deriva dall’unione delle parole “cooperation” e “work” nasce dalle esigenze di chi ha bisogno di uno spazio più isolato per conversazioni telefoniche, un collegamento internet wi-fi, una semplice scrivania e, fondamentalmente, la possibilità di condividere il proprio lavoro con gli altri.

Molti liberi professionisti avvertono l’insoddisfazione del lavorare da casa, dove i contatti umani si riducono a mere conversazioni telefoniche o contatti via mail, mentre la maggior parte di essi accetterebbe di buon grado di svolgere il proprio lavoro in luoghi affollati pur di incrementare le occasioni di interazione sociale diretta.

Motivazioni di coloro che aderiscono alla condivisione degli spazi di lavoro con sconosciuti, sono gli stimoli creativi che ne derivano grazie al confronto con gli altri ma, soprattutto, perché quando questo dialogo avviene tra liberi professionisti può accadere che nascano nuovi progetti da sviluppare e nuove possibilità commerciali oltre, quindi, a nuovi mercati da sfruttare.

condividere ufficio
condividere ufficio
Il coworking avviene essenzialmente in veri e propri appartamenti o, nella migliore delle ipotesi, in loft più o meno grandi, suddivisi in diverse postazioni di lavoro arredate; spesso c’è una cucina, mentre è indispensabile la sala riunioni e, a seconda dello spazio a disposizione e la creatività dei proprietari, possono esserci corner per il relax. Naturalmente, oltre alla connessione internet wi-fi, non mancano fotocopiatrice, stampante, scanner e fax, oltre ad una indispensabile macchinetta del caffè!

L’idea di lavorare insieme ad altre persone in uno spazio condiviso, sebbene ognuno dietro le proprie attività, è frutto dell’esigenza di concepire il lavoro in maniera completamente diversa dalle gerarchie piramidali classiche.

Se si vuole trovare un “inventore” del concetto di coworking, questo è Bernie Dekoven, creatore del “coworking institute” e del portale coworking.com, che ha definito questa pratica “l’arte della collaborazione”. Secondo il concetto del suo ideatore, quello del cowork non è semplice condivisione di uno spazio in surplus che viene affittato per dimezzare i costi,  ma una collaborazione tra menti creative senza competizione, senza rivalità e senza corse dietro le braghe del capo.

coworking professionale
coworking professionale
Tecnicamente parlando, il costo di una postazione può variare a seconda che venga sfruttata giornalmente o per periodi più lunghi; naturalmente contribuisce al costo anche la posizione del locale, la grandezza e la dislocazione degli spazi, i servizi compresi. Si va dai 10 ai 100 $ giornalieri fino ai 700$ mensili. Un esempio tra i meglio riusciti è il “cowo” (questa l’abbreviazione con cui vengono chiamati) di San Francisco, l’Hat Factory.

Nel mondo, a farla da padroni di questo nuovo stile di lavoro, sono gli USA con oltre 100 coworking attivi, mentre si contano circa 62 cowo in Europa, 9 in Sudamerica e 5 in Cina; per quanto ci riguarda, ad oggi in Italia i cowo attivi e conosciuti sono 4: due a Milano, uno a Roma e uno a Bologna.

Vedendo i risultati e i commenti, il coworking è una soluzione che piace perché flessibile, poco impegnativo e permette di espandere la propria rete di contatti e conoscenze professionali (e non…).
Per questi e tanti altri motivi – come il ridimensionamento dei costi – aderiscono molti giovani e liberi professionisti alle prime armi. Attenzione, non si tratta però di programmatori e geek tutto computer e internet cui siamo abituati a pensare: adesso dentro ai cowo ci sono professionisti di ogni tipo: architetti, consulenti d'impresa, attivisti politici, scrittori e giornalisti…tutti sotto lo stesso tetto.


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